IL CUORE NEL CERVELLO

Samanta Rei, sono giornalista free lance. Ma preferisco Sam; Sam e basta.”

Sam si muove come dentro un reality tra i personaggi, gli eventi e i disagi che segnano profondi cambiamenti nella società e nei rapporti interpersonali nel periodo a cavallo tra la fine degli anni Novanta e l’inizio del nuovo millennio.

Il suo è un viaggio distopico e rocambolesco a ritroso nei propri ricordi surreali e tragicomici che coincide con l’ultimo incarico professionale da ghost writer:

un libro che la costringe a confrontarsi con se stessa e con la propria voce rinnegata.


L’ho definito un romanzo vintage, anche un po’ nostalgico, perché essendo ambientato a cavallo tra la fine degli anni ’90 e il 2000 risente dei fatti e dei modi di vivere di quel periodo. Ovviamente essendo un romanzo di narrativa il pubblico è vasto in teoria, ma sulla carta credo che tutti coloro che fanno parte delle cosiddette generazioni X e baby boomers possano avere piacere e curiosità nel leggerlo.

Chi ha vissuto quel momento storico del passaggio al terzo millennio da adulto non avrà difficoltà a riattivare i propri ricordi, a immedesimarsi nei riferimenti, nell’incredulità e nelle riflessioni che la protagonista riporta nei confronti dei cambiamenti storici e dei costumi iniziati proprio con la rivoluzione globale.

Poi, come sempre accade quando c’è una protagonista femminile, credo che la donna sia particolarmente adatta a identificarsi in certe riflessioni e nel dialogo interiore di Sam, soprattutto se ha fatto scelte di vita simili, un po’ opprimenti e castranti per il proprio potenziale.

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