5 tessuti naturali per avere un armadio sostenibile

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C’erano una volta i tessuti naturali, i grandi dimenticati nell’era del fast fashion e del sintetico. Ma dimenticati da chi? Sicuramente dal sistema-moda, visto che detengono una quota di mercato solo del 40% perché hanno costi di produzione più alti, ma anche da noi consumatrici che dovremmo mettere in atto strategie di ricerca e di approfondimento prima di acquistare i vestiti e non sempre ne abbiamo voglia o tempo.

Ricordo mia madre quando lavorava come figurinista, tra cartamodelli di alta sartoria e tessuti sfavillanti. Ricordo il suo impegno nell’insegnarmi a riconoscere la qualità dei vestiti ad occhio, ma anche al tatto e con l’orecchio; erano gli anni Ottanta. Poi, una volta diventata una ventenne autonoma economicamente, ricordo il suo sforzo nel farmi perseguire la stessa qualità durante gli acquisti; erano gli anni Novanta.

Se mi guardo indietro, agli ultimi 10-15 anni, e a come di recente ho svuotato l’armadio rimpiazzando con poco o niente quello che è finito nel decluttering, mi accorgo che in questo periodo i tessuti non sono stati una mia scelta prioritaria ma nemmeno consapevole, in un attimo ho spazzato via tutto quello che avevo imparato da mia madre modificando vecchie abitudini ed esigenze.

Come quella di guardare l’etichetta per accertarmi della composizione dei tessuti, oppure di preferire a priori i tessuti naturali perché sono una coccola averli addosso. E’ stato un processo lento ma costante di cui nemmeno mi sono accorta.

Il mercato inizia a sfornare un certo tipo di vestiti con tessuti sintetici a volte anche di scarsa qualità, a poco a poco ti abitui a indossarli senza più chiederti come e di cosa sono fatti perché sono quelli che trovi in giro più facilmente, senza troppo stress.

Ma nel giro di poco tempo ti accorgi che non ti piacciono più perché non ti migliorano l’umore o la percezione che hai di te quando li indossi, anzi, cadono male e non ti valorizzano, durano poco e nei casi peggiori provocano pruriti, allergie e odori che non pensavi che il tuo corpo potesse produrre (!). Ti è capitato? Non è una questione di prezzo, puoi anche spendere molto ma questo non ti garantisce di indossare la qualità.

Ciò che nel mio armadio è sopravvissuto al decluttering selvaggio di questi ultimi tempi, salvo pochissime eccezioni, sono dei blazer di 20-30 anni fa. Pezzi vintage che me li sento cuciti addosso, i cui tessuti fanno la differenza perché si indossano con la confortevolezza di una seconda pelle, e di fatto rappresentano lo spartiacque tra ieri e oggi.

Da qui parte il mio articolo, che esprime il bisogno di tornare a cercare e riconoscere la qualità partendo proprio dai tessuti naturali, per utilizzarli di più e meglio, con un occhio di riguardo alla sostenibilità, alla moda etica e alle alternative ecologiche da conoscere per fare scelte consapevoli.

Non è facile perché qualsiasi presa di posizione richiede approfondimenti, ricerche, tempo, acquisizione di nuove informazioni e la voglia di cambiare abitudini.  

Quando decidi di vestirti consapevolmente e dare un contributo alla salvaguardia dell’ambiente non esci più di casa per comprare quello che trovi lungo la strada, ma cerchi la strada giusta per comprare quello che hai scelto a priori secondo il motto della sostenibilitàcompra meno, compra meglio e indossa di più”.

Cerchiamo di fare il punto tra le tante informazioni che ci sono per capirci qualcosa e facilitare le nostre scelte di acquisto.

I tessuti naturali sono di più di quelli che prendo in considerazione in questo articolo, ne ho scelti 5 perché tendenzialmente sono quelli senza stagione, possono diventare un ‘must have’ per il nostro armadio ed è più facile trovarli un po’ ovunque, ovviamente con l’accortezza di leggere le etichette per reperire le informazioni che ne garantiscono la qualità e la pratica di lavorazione, perché il fatto che siano naturali non li mette al riparo da risvolti non proprio sostenibili o ecologici.

Anzi, in un altro articolo scriverò proprio di come certi tessuti sintetici certificati e riciclati possono essere molto più sostenibili e responsabili di quelli naturali diciamo “non controllati”, ma l’obiettivo di questo articolo è rispolverare la memoria e la conoscenza dei tessuti antichi.

Sicuramente scegliere tessuti naturali che siano anche biologici è la migliore garanzia perché ci sono tessuti come il cotone che al di fuori della pratica bio detiene il primato del più alto impatto negativo sull’ambiente per i processi chimici impiegati nella lavorazione e per lo sfruttamento sociale dei lavoratori.


Quali sono i tessuti naturali sostenibili? Occhio alle etichette! (che sono obbligatorie)

I tessuti naturali sono quelli composti da fibre vegetali (lino, cotone, canapa, ecc.) o animali (seta, lana, alpaca, cachemire, ecc.), sono duraturi, biodegradabili e riciclabili ma, attenzione, non devono essere mescolati con fibre sintetiche altrimenti diventa difficile separarli per lo smaltimento e il loro riutilizzo.

Quindi verifichiamo sempre nell’etichetta che si tratti di un tessuto puro o mescolato con un’altra fibra naturale. Un'altra caratteristica a cui prestare attenzione sono le certificazioni, che attestano che un filato è stato prodotto e lavorato in modo sostenibile, quindi con rispetto verso l’aspetto sociale (etica del lavoro), ecologico (ambiente) e vegano (animal free o cruelty free).

Nel box indico le principali certificazioni tessili da ricercare quando si acquista, ognuna stabilisce delle regole precise in uno o in tutti gli aspetti (sociale, ecologico, animale), puoi salvarlo su Pinterest o scaricarlo per conservarlo come promemoria.

5-tessuti-naturali-sostenibili-da-avere-nell’armadio

I tessuti naturali sostenibili hanno molti vantaggi perchè sono ‘intelligenti’: innanzitutto sono traspiranti e confortevoli, proteggono dai raggi ultravioletti e hanno proprietà antibatteriche, quindi sono perfetti per evitare allergie e patologie della pelle ma anche reumatiche e artritiche.

Il fatto che siano termoregolatori li rende versatili e adatti a diverse stagioni dell’anno, seguono la fisiologia naturale del nostro corpo che richiede aria, luce, calore ed eliminazione delle tossine e ricalcano il meccanismo naturale della pelle: quindi se è caldo i pori si dilatano e trasudano e i tessuti naturali assorbono l’umidità rilasciandola all’esterno e mantenendo il corpo fresco, se è freddo i pori si chiudono e mantengono il calore all’interno.

In sintesi, i tessuti naturali sostenibili si accordano perfettamente con il nostro ritmo energetico, non per nulla andrebbero indossati per praticare le discipline corporee come lo yoga e il pilates perché favoriscono lo scorrere e la ricarica delle energie e quindi aumentano la sensazione di benessere, senza il rischio delle cariche elettrostatiche tipiche dei vestiti sintetici che sollecitano invece il nervosismo.

L’unico svantaggio è la difficoltà che esiste ancora a reperirli soprattutto nei negozi fisici, in Italia dobbiamo fare ancora passi avanti in questo senso, mentre è più facile reperirli on line. In tutto l’articolo troverai diversi link a siti e ricerche che ho fatto per categorie dove potrai trovare diverse proposte di acquisto. 

I 5 tessuti naturali sostenibili da avere nell’armadio

Abbiamo visto che puoi indossare i tessuti naturali in quasi tutte le stagioni se li abbini bene, uscendo dal solito cliché stagionale con cui sei abituata a viverli. Questo rende i tessuti naturali altamente sostenibili anche dal punto di vista dello shopping parsimonioso e consapevole, magari spendi di più per averli di qualità migliore ma moltiplichi le occasioni e le stagioni in cui metterli.

Un trucco per favorire l’indosso fuori stagione è quello di mescolare tra loro le fibre naturali, come il lino con la seta o la lana ad esempio, per creare accostamenti inusuali e molto pratici. Infatti, un altro vantaggio da non sottovalutare nel mescolare i tessuti naturali e le stagioni a cui appartengono è quello di coprirsi in modo adeguato per non morire di caldo o di freddo, evitando il cosiddetto ‘vestirsi a cipolla’ che non tutte trovano poi così pratico (io ad esempio).

Se le mezze stagioni non esistono più, sfruttiamo la termoregolazione offerta dai tessuti naturali, sicuramente li indosseremo di più rispetto a un cappotto che spesso è troppo caldo o lo è troppo poco.

LINO

E’ uno dei tessuti naturali più antichi, usato sin dai tempi degli antichi Egizi per gli abiti delle cerimonie religiose, da qualche anno è tornato alla ribalta nelle collezioni di molti brand dopo un periodo di oblio. Ma al di là di questo, resta sempre basic e non va mai fuori moda. Il più pregiato è quello macerato in fonti d’acqua a movimento lento come torrenti e fiumi, in particolare quello belga è considerato il migliore del mondo, come anche quello irlandese, buoni anche i piccoli centri di produzione in Egitto e nel nord Italia, mentre le produzioni su larga scala russe e cinesi tendono ad aver una qualità inferiore.

In estate le tuniche, gli abiti lunghi o in stile grembiule, i bermuda e le camicie sono da sempre i pezzi chic e senza tempo da indossare in ogni occasione, comodi, stilosi e più freschi del cotone. Qui trovi qualche proposta interessante.

Ma non sono da sottovalutare nemmeno i blazer destrutturati, anche oversize, e i completi (giacca e gonna o giacca e pantalone), che possono essere indossati a partire dalla primavera e fino all’autunno inoltrato. Per quanto riguarda le giacche, io ne indosso sempre una color tortora semi sfoderata sopra i dolcevita o gli abiti lunghi anche d’inverno.

Per chi non ama la ruvidità del lino, che offre in realtà un autentico massaggio terapeutico per la cute, o il suo aspetto troppo stropicciato, può preferire un lino mescolato ad altri tessuti naturali.

Ecco qualche consiglio per lo stiro e la manutenzione per farlo durare di più: lavalo a mano in acqua tiepida con detersivo neutro evitando di strofinare troppo per evitare ulteriori pieghe; lavalo in lavatrice entro i 40° senza centrifuga; appendi il capo su una gruccia evitando la luce diretta del sole che lo indurisce troppo; stira il capo al rovescio lasciandolo un poco umido con ferro a 110°. Trovi alcune proposte anche qui (codice sconto aggiuntivo del 10% SIMONA10).

CANAPA

La ‘regina dei tessuti’ è ancora sottovalutata da molte donne che la vivono come un tessuto grezzo e rigido da indossare solo per gli abiti da lavoro, anche se diversi brand che si sono schierati a favore della moda sostenibile la impiegano spesso per produrre non solo borse, scarpe e accessori ma anche vestiti, giacche, polo e pantaloni dai tagli morbidi e brillanti grazie alle nuove tecnologie.

Tra i tessuti naturali, insieme al lino e alla juta, può essere definita ecologica anche quando non dispone di certificazioni tessili e la sua sostenibilità è piuttosto concreta dal momento che la lavorazione non richiede un grande impiego di sostanze chimiche.

Anche la canapa, come il lino a cui si avvicina per il tipo di trama e le caratteristiche, è un tessuto antico, duraturo, resistente e pregiato, non tutti sanno infatti che grazie a un certo tipo di lavorazione o alla sua miscelazione ad esempio con il cotone biologico produce vestiti eleganti e capi sartoriali.

E’ perfetta per tenere caldo d’inverno e fresco d’estate e basta esporla all’aria per una notte per farla rigenerare sia in termini di odore che di tonicità e morbidezza. Per una manutenzione ottimale è meglio lavarla in acqua fredda. Trovi alcune proposte qui (codice sconto aggiuntivo del 10% SIMONA10).

COTONE

Essendo il cotone la fibra naturale più sfruttata al mondo è anche quello il cui processo di lavorazione è tra i meno sostenibili e i più inquinanti, a meno che non si tratti di cotone certificato biologico (o organico) oppure riciclato che impone precisi standard etici e produttivi tra cui l’esclusione di oltre 100 sostanze tossiche e nocive per l’ambiente e la salute umana, che vengono utilizzate invece per produrre il cotone comune. Qui trovi diverse proposte in cotone rigenerato.

Rispetto ad altri tessuti naturali il cotone biologico si trova più facilmente in giro, molti sono i brand che lo utilizzano anche per intere collezioni, tra gli indumenti da non far mancare nel nostro armadio ci sono t-shirt, felpe, abiti, maglie, camicie ma soprattutto biancheria intima, i prezzi sono un po’ più cari rispetto al cotone standard perché ovviamente la produzione e la certificazione hanno un loro costo.

In linea generale comunque il cotone di qualità migliore al mondo è quello egiziano, il Sea Island delle Barbados e il Pima di origine peruviana. Può essere lavato ad alte temperature. Trovi alcune proposte qui mentre qui puoi aggiungere al carrello il codice sconto SIMONA10 per avere il 10% di sconto aggiuntivo su tutto e senza limiti di spesa.

JUTA

Ha la stessa origine, resistenza e caratteristiche della canapa e del lino. Viene chiamata ‘fibra d’oro’ perché è caratterizzata da riflessi lucenti e dorati molto resistenti ma che possono essere lavorati all’uncinetto o ricamati a mano per borse, scarpe, cappelli, maglioni, cardigan, giacchini e abiti di prestigio.

A dispetto della sua apparenza grezza risulta invece confortevole, soprattutto se mescolata con altri tessuti naturali come il puro cotone o la seta, mentre è meglio evitare l’accoppiata con la lana perché la lavorazione impiega la soda caustica.

La sua coltivazione è tra le più green insieme alla canapa perché nulla viene sprecato della pianta e non ha bisogno di fertilizzanti e pesticidi in quanto cresce rapidamente e spontaneamente. La sua coltivazione è economica e si prevede una sempre maggior richiesta nel prossimo futuro proprio in conseguenza di un aumento della domanda di tessuti naturali a discapito di quelli sintetici.

Per il lavaggio valgono gli stessi consigli delle altre fibre: acqua fredda, no centrifuga, asciugatura all’aria aperta su gruccia. Trovi alcune proposte qui.

SETA

Termino questo elenco con una fibra naturale ma di origine animale che, proprio per questo, è controversa in termini di sostenibilità. Se da una parte la bachicoltura ha un basso impatto ambientale e le piante di gelso di cui si nutrono i bachi non possono essere irrorate da fertilizzanti e pesticidi, dall’altra parte si deve fare i conti con una pratica di produzione che non è per niente cruelty free.

Detto questo, esistono delle alternative green per non rinunciare a questo tessuto naturale considerato un potente antistress per la pelle in quanto ne rispetta la fisiologia e difende il corpo dalle cariche elettromagnetiche ed elettrostatiche.

E’ il tessuto perfetto per abiti, camicie e foulard che consentono di rimanere fresche e asciutte in estate e al caldo d’inverno, è ideale per la biancheria intima per prevenire e contrastare le irritazioni della pelle. Un buon tessuto lo si identifica quando strofinandolo tra le dita diventa leggermente caldo.

Si può optare per la seta organica o biologica che ha alle spalle una pratica rispettosa non solo dell’ambiente ma anche degli animali, i bachi vivono la loro vita completa e vengono lasciati morire naturalmente. Un'altra alternativa è il cupro, detto anche seta vegetale, un tessuto antico completamente vegano che deriva dai filamenti attorno ai semi del cotone, mantiene tutte le proprietà della seta e la buona notizia è che la sua produzione, un tempo molto inquinante, oggi è a emissioni zero con un completo riciclo di scarti e rifiuti.

Per quanto riguarda la manutenzione, è consigliato il lavaggio a secco oppure a mano in acqua fredda senza strizzare, poi sciacquare in acqua fredda con un cucchiaio di aceto per fissare il colore, infine arrotolare il capo in un asciugamano per eliminare l’acqua in eccesso e lasciare asciugare all’aria lontano dalla luce diretta del sole. Si stira leggermente umido e col ferro tiepido. Trovi alcune proposte qui.

Se cerchi indirizzi specifici per acquisti on line, leggi i 16 migliori siti e app di moda dove fare shopping sostenibile.

Spero che questo articolo ti sia servito per ampliare le tue conoscenze in materia di sostenibilità e moda etica, e che ti abbia ispirato a fare (o provare a fare) scelte diverse o più consapevoli.

Se ti è piaciuto condividilo con qualcuna che pensi possa apprezzare, perché più siamo a fare domanda di questi tessuti naturali e più questa scelta diventa meno di nicchia, aumenta l’offerta e diminuisce anche il loro prezzo!

 
Simona Brancati Green Lifestyle Blogger

Sono Simona Brancati, classe 1968, sono stata trainer di yoga e pilates, ex giornalista e ora blogger per scelta. Mi rivolgo alle donne over-anta e scrivo di lifestyle e sostenibilità. Approfondisco temi sul benessere psico-fisico, la moda e i viaggi in ottica sostenibile, e su tutto quello che può rendere migliori noi stesse e il pianeta in cui viviamo.

https://www.simonabrancati.com/
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